Mercatini di Natale in Serbia
È cospicuo lo spessore artistico della Serbia, con percorsi che scorrono nell’alveo della cultura e solcano i 588 chilometri del Danubio, si soffermano nei monasteri del territorio e sostano lungo le numerose strade del vino della nazione o nei caratteristici salas, gli etno-villaggi nei quali respirare l’essenza dell’atmosfera locale. E poi ancora trionfo di seduzioni antiche incastonate nel verde con tutta l’area del parco nazionale della Gola di Djerdap, conosciuta come Iron Gate, una profusione di fortezze e di bellezze naturali nella quale il Danubio gioca il ruolo da protagonista fiancheggiato, nel mosaico nazionale, da una pluralità di fiumi. Di fama internazionale è Djavolja Varos, la città infernale, monumento naturale collocato nel sud della Serbia, 202 torri di pietra che svettano per una ventina di metri. E dopo Belgrado, la capitale, è da vedere Novi Sad, un forziere di collezioni museali e di manieri fra i quali campeggia il seicentesco Petrovaradin seguito da icone ecclesiastiche che culminano nella chiesa di Nikolai – la più antica di fede ortodossa della città – nella quale vennero battezzati i figli di Einstein. E a proposito di religione, il Natale per i serbi - cristiani ortodossi - arriva due settimane dopo quello dei cattolici romani: in Serbia il Natale viene festeggiato il 7 gennaio anziché il 25 dicembre. I serbi, infatti, seguono il calendario giuliano, mentre i cattolici seguono il calendario gregoriano. Un motivo in più per visitare la nazione durante il nostro Avvento e scoprire nuove culture e tradizioni.
Belgrado: intessuta di tessere del tempo con preziose eredità archeologiche come San Sava – uno dei più grandi templi ortodossi al mondo - o la fortezza Kalemegdan o ancora il complesso della corte reale che campeggia sulla collina più alta di Dedinje... continua a leggere >>